Contempliamo con amore un bambino indigente e bisognoso.
Gesù si è rivestito della nostra indigenza.
L’essere indigenti non è una stortura, ma la radice di una sconfinata apertura.
Quando ci si sente indigenti si esce
da sé per incontrarsi con l’Altro, gli altri, per lasciarsi abitare dalle loro
sollecitazioni e prospettive.
Se ciascuno accetta il proprio limite e sa vivere nell’imperfezione, non
è indotto alla passività, ma incalzato da un’insaziabile fervore di crescita.
Gesù stesso ha ammesso più volte di non sapere ed è uscito per imparare.
Anche la sua preghiera esprimeva l’ardore della ricerca.
Questo non sminuisce Gesù, ma ne esalta la piena umanità e la sua alta
responsabilità.
E i vangeli hanno il coraggio di rilevarlo e testimoniarlo.
Gioiosi e affettuosi auguri di Buon Natale!
don Battista e Don Luigi